Premio letterario "Città di Penne - Mosca" XXVII Edizione

Sezione Fondazione Marino Piazzolla

Edizione 2005

Vincitore:

Gianluca Di Stefano con "I mali del fiore" (Fermenti Editrice)

Motivazione:

Nel panorama variopinto delle recenti produzioni poetiche nell'ambito nazionale, Gianluca Di Stefano si distingue come poeta in modo inaspettato e convinto.
Il suo è un genere multiforme ma compatto.
Da meridionale di origini, ma di inglobamento lombardo, di professione ingegnere, esprime una poeticità sentita da osservatore attento e ruminante.
Per lui la vita, la realtà sono agglomerati di azioni e di massime, di avvenimenti e di riflessioni mai locali, ma di influssi universali.
Per lui la vita non è disgiunta dalla cultura e tale convinzione scaturisce da una riflessione attenta che penetra fin nei meandri di un vivere non vegetativo, ma meditativo.
Non ama stridori e proclamazioni di verità certe o conclamate.
Le sue constatazioni sono sussurrate, pur ampliandosi in un dettame che non ha nulla di nazionale o locale.
Con I mali del fiore c'è come una ripresa di constatazioni dichiarate, superate da un'ironia e da un distacco che sanno di saggio disimpegno, pur rigettando ogni proclamazione di assiomi troppo sentiti o riconosciuti.
E i versi, provenendo da un mondo asettico, ma sconvolgente, non manifestano alcun credo o ideologia.
Non si dichiara orbo, muto o sordo. Vede tutto, pur non scoprendo nulla di buono o di scontato.
Parla di tutto, senza penetrare gli oggetti, il mondo decomposto che sembra trasformarsi senza evolversi.
Ascolta le voci della natura, anche se tutto sembra statico o silenzioso. Eppure rimane coinvolto nelle citazioni di Dostoevskij, Stendhal, Buzzati, Pirandello, Bulgakov. E tali richiami sembrano penetrare nelle realtà più contraddittorie.
Nella sfera amorosa è un amante che riflette senza coinvolgimenti che non siano cerebrali.
"Scusa se non ti amo..."; "E adesso potrei scrivere di te, pur non sapendo chi sei"; "L'amore è un pozzo che prima o poi si asciuga"; "I miei occhi hanno fatto l'amore con i suoi"; "dichiarare l'amore per poi pentirsene";
E da questi ricordi/sentenze c'è come un diario esistenziale che non tralascia bugie, ricordi, il quotidiano, l'immaginario, il sonno perduto, le strade del mondo. E tutto sembra arrivare alla definizione: "Cadono stelle ma nessuno esprime più desideri".
Di Stefano con questa opera prima si esprime con uno stile levigato ma non astruso, tralasciando palpiti, pur inseguendo una ricerca di significati che non si propone di svelare.
Ce li propone con una impersonalità imbevuta di una magica esigenza di svelare apparati imbalsamati, quasi inventati, tanto sono tratteggiati nei suoi substrati più enigmatici e dinamici.
Di Stefano è un autore che assomiglia a se stesso.
In chiave poetica evita accostamenti o manipolazioni.
Ricerca fonti stupefacenti, mai trasognate.

GIURIA TECNICA POESIA E NARRATIVA

Vincenzo Cappelletti (Presidente)

Igino Creati, Michele Dell'Aquila, Paolo Fornarola (Sindaco di Penne e assessore alla cultura della Provincia di Pescara), Luigi Iachini Bellisarii, Gabriella Lasca, Luciano Luisi, Lucio Marcotullio, Walter Mauro, Vito Moretti, Raffaele Nigro, Aldo Onorati, Roberto Pazzi

Nella sezione Opera Prima Fondazione Marino Piazzolla risulta anche il Presidente Velio Carratoni

Edito da Fermenti Editrice - Collana Iride

 

immagini della cerimonia tenutasi il 26 Novembre 2005 a Penne

Nella foto, Velio Carratoni presidente della Fondazione Piazzolla

Nella foto, Gianluca Di Stefano mentre riceve il premio
Sezione Fondazione
Piazzolla

Nella foto, da sinistra, Gianluca Di Stefano e il Prof. Igino Creati,
segretario generale del Premio Penne

Nella foto, da sinistra, Velio Carratoni e Igino Creati