Fotogrammi del tempo a Stonehenge

di Stefania Porrino

Introduzione di Silvana Folliero

Nella foto, da sinistra: Maria Jatosti, Stefania Porrino e Donato Di Stasi

Nella foto, da sinistra: Maria Jatosti,
Stefania Porrino e Donato Di Stasi

Premetto che oggi la nostra cultura ha necessità di testi come questo di Stefania Porrino, Fotogrammi del Tempo a Stonehenge, vincitore del Premio "ANNA BORRA" - VI Edizione, 2004.
La Giuria - composta da Silvana Folliero (Presidente), Domenico Cara, Velio Carratoni, Maria Grazia Lenisa - ha sottolineato che "il testo della Porrino, nella sua profonda e vasta articolazione, attraversa il Tempo e lo Spazio nella pienezza e alla presenza delle magiche pietre di Stonehenge. La leggendaria storia di Re Artù, di Perceval e di Merlino valica le frontiere umane e terrestri facendoci rivivere oggi, anche con personaggi contemporanei, il perenne mistero dell'attesa e dell'eterno ritorno. Un'opera di grande rilevanza scenica e poetica, e là dove l'elemento teatrale si fa fluidità di pensiero, si apre l'infinita via della Luce". Il teatro è vita, il teatro è realtà interpretata, vissuta da protagonisti che hanno in sé la linfa gestuale, la voce dell'umano sentire.
È sempre, a distanza ravvicinata, la riflessione sul proprio esistere, il rifles­so degli uomini che vivono, come lo è - d'altronde - tutta l'Arte. L'uomo è nato per ripetere se stesso, rielaborando la divinità che è in lui.
La Porrino ritaglia nel proprio essere tutto questo e della sua storia tempo­rale ne fa arditamente la proiezione che si traduce in grande poesia. Il teatro, allora, è anche poesia, la più fluida possibile poiché è in simbiosi con il Tempo. E' un genere che ha dei presupposti ben definiti; esistono, infatti, capolavori mondiali letterari e teatrali di risonanza estetica e morale.

Nella foto, da sinistra gli attori Matteo Chioatto, Loredana Martinez e Maurizio Palladino

Nella foto, da sinistra gli attori Matteo Chioatto,
Loredana Martinez e Maurizio Palladino

I protagonisti di Fotogrammi ne sono una testimonianza riconoscibile fino al punto che, se noi andiamo a vedere il loro comportamento, ne distinguiamo i contorni quotidiani, ma - soprattutto - la capacità di sapere che cos'è il cam­mino dell'umanità e, a loro conforto, ne rapiscono l'Idea. Ne studiano i movi­menti e ne restituiscono il valore più autentico, i criteri più matematici. Non danno solo spettacolo bensì la versione più avvincente e umana e, forse, meno sacrale del previsto.
Niente, infatti, è sconvolgente, neppure la magia che Merlino sembra sug­gerire ogni volta che arriva nel gruppo in ansia per il giorno che dovrà giunge­re diffondendo luce e calore, annullando la Notte e il Sonno. Sonno che, peral­tro, è ristoratore, benefico, necessario a tutti, specialmente a coloro che per natura dimostrano di essere pessimisti.
Il personaggio gioioso è il giovane Perceval, non c'è ombra di distruzione in lui e neppure di ribellione.
La tristezza si stempera nei meno giovani durante lo scambio di pensieri e di parole che ognuno offre a se stesso e agli altri, coscienti di ciò che stanno vivendo, non ugualmente certi che la Notte possa finire, che il crocevia possa essere superato mentre Merlino e Perceval ne danno l'annuncio e la felice intuizione.- Interrogati sanno rispondere a Re Artù e al professore (personaggio contemporaneo del 2° atto). Il Tempo è la vera storia, ad esso è consegnata la fosforescenza del divenire.

Silvana Folliero