Daria Sanminiatelli, "La natura del ritorno"

Dalla presentazione di Donato di Stasi

Daria Sanminiatelli rivela una grazia sublime nel trasmutare, direi quasi nel transustanziare l'esperienza in parole, così effonde il flusso e il riflusso primaverile, le vicende dei prati, la magia dell'imbrunire e del piovere. Tutto sprofonda nel cavo immenso delle tenebre, tutto risorge con un che di sensuale, nel desiderio di trasfondersi e immillarsi: vi è un'aura, un aroma, un nimbo di felicità nel più profondo di questi versi ("Tornerà l'estate piena/fino all'orlo/i sensi reclinati sul mio centro/a custodire il palpito/in liquido silenzio"). Accompagnati dalla voce sommessa dell'Autrice, assistiamo alla nascita della poesia intrisa di linfe, odorosa di petali, scossa dai tremiti delle cortecce, attonita e titubante tra i mille, impercettibili mutamenti del regno naturale, che dimora e fugge, sfolgora e dissolve in un baleno, o in un tempo amplissimo ("Quante volte traverserò i colori da parte/a parte prima di approdare al bianco?//...//Felicità è sferica/raggi dal centro, equidistanti/precarietà impalpabile si fermerà/tra le due dita"). La natura del ritorno testimonia i rimpianti, i turbamenti, le sollevazioni dell'anima mai esausta o rassegnata di fronte alle disarmonie del tempo presente: meglio una condizione convulsa e straziata che le miserie della disumanità. Scorrono davanti agli occhi della memoria e a gli occhi corporei immagini nitide e nuove, capaci di suscitare emozioni e sensazioni lontane, di restituire profumo, suono e luci dei soggetti trattati e ritratti. [...]


Immagini di Vinicio Ferri:

Immagine di Vinicio Ferri

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