Ci può parlare del rapporto esistente tra « Il Carnefice » e « Lettere da Sodoma? ».
Tutti e due i libri hanno una stessa matrice esistenziale. Il primo è un romanzo essenzialmente di sentimenti: amore e òdio. Amore per il ragazzo; odio per le due donne. « Il Carnefice » è carente, spento. Prevale un senso di morte, di putrefazione. Oltre a questa differenza tonale, stilistica vi è da aggiungere che il primo è un romanzo epistolare. Sono stato il primo a ritentare il genere epistolare. Nessuno lo aveva fatto dopo Foscolo (Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis) e Piovene (Lettere di una Novizia). Ho compiuto un'operazione meta letteraria, ossia un'operazione di letteratura sopra la letteratura. Il libro è costruito sul piano delle citazioni continue. Non tutti si sono accorti di ciò. Molti hanno dato importanza ai contenuti violenti. Si sono meravigliati del rapporto scandaloso per la morale borghese. Hanno dato risalto al rapporto tra il compilatore delle lettere e il ragazzino Luciano. « II Carnefice » è un romanzo in presa diretta. Ho cercato di dare un senso di angoscia cui si costringe un uomo il quale avendo una misteriosa colpa da espiare vive con il timore di essere ucciso da due ladri. Da un punto di vista stilistico riconosco che mentre in « Lettere da Sodoma» prevale un tono quasi saggistico, in « Il Carnefice » vi è uno stile frantumato, lirico, vicino alla prosa d'arte.
Perché il titolo « Il Carnefice »?
Ho scelto questo titolo perché il protagonista è un carnefice nei confronti di se stesso e del mondo che lo circonda e della corte dei miracoli che si porta dietro nei suoi traslochi per sfuggire i due ladri. Inoltre il carnefice possono essere i due ladri che devono uccidere la vittima designata sia la vita stessa che fa il protagonista che lo rende vittima. E' un titolo ambiguo.
Lei giustamente ha espresso alcune riserve sulla letteratura alla Cassola, sulla frangia di tutte le mezze calzette che imperversano nella letteratura italiana.
Viceversa è a favore di quale altra specie di letteratura?
Sono contrario ad un tipo di letteratura piccolo borghese ove non vi è spazio né per la novità né per i giovani. In Italia l'indice culturale favorisce o promuove solo scrittori di tipo tradizionale non scandalosi nel senso cristiano. Cioè conformisti che non vogliono inquietare il lettore, ma lo vogliono lasciare come lo hanno trovato. Tutti quelli che vincono i premi sono inseriti in questo filone. All'estero difficilmente possono interessare. Gli scrittori alla Cassola non si occupano di problemi contemporanei. In Italia non è stato scritto nessun libro su un drogato o anche un romanzo mistico. Gli scrittori italiani sono burocrati, salvo alcune eccezioni come Sandro Penna, Anna Maria Ortese, Elsa Morante. A parte vi è Moravia che è grande, ma è troppo rappresentativo. Il discorso critico su di lui è troppo facile. E' moderno, ma è rimasto ancorato al tema della crisi del mondo borghese. Non si è occupato che di questo. Con « Io e Lui » ha cercato di rinnovarsi. Penso che ci sia riuscito almeno in chiave comica e onirica. Morante è molto strana. Ha una tale capacità visionaria e poetica che tutto ciò che tocca rende oro. E' tradizionale per la tecnica. Tutti gli scrittori, compreso un Proust, hanno i loro limiti.
Lei ha affermato che « i giovani scrittori in altre parole (fino ai quaranta anni) non hanno la possibilità, non dico di inserirsi (che è una parola orribile) ma di esistere culturalmente, perché c'è sempre la stessa paura ». Con le affermazioni precedenti, in certo senso, ha riconosciuto che è difficile se non impossibile essere riconosciuti da un certo pubblico e almeno dalla critica scrittori. Eppure lei appena ventinovenne ha pubblicato già con Garzanti e De Donato libri che hanno suscitato interesse e scalpore. Si è trattato di una fortuna o di che cos'altro?
Credo di essere abbastanza unico nel quadro delle lettere. Credo di essere una eccezione. Una rondine non fa primavera. Nonostante i riconoscimenti sento sempre un atteggiamento paternalistico nei miei confronti. Non più tardi di ieri un giurato del Viareggio, pur riconoscendo che « Il Carnefice » è il miglior libro in concorso, mi ha detto che posso però aspettare. Così se negli anni successivi dovessi non scrivere più non potrò mai risultare vincitore. In Italia imperversano scrittori tipo Parise i quali hanno in testa ciò che è una carriera letteraria. Per essere recensiti subito vanno a cena con i direttori dei giornali, se li fanno amici. Libri come « Sillabario » sono poca cosa. Raccontini pubblicati sul « Corriere della Sera » e quindi già pagati. Raccontini che non hanno nulla di diverso con i racconti anni trenta: sensazioni, viaggio a Capri, a Venezia. Per uno scrittore è ben poco. I giovani scrivono ma non vengono pubblicati. Molti si perderanno per strada. Non bastano neanche le raccomandazioni. Conosco scrittori giovani validissimi che non riescono a pubblicare nulla.
Lei, sì è dichiarato omosessuale. A differenza di altri, con sincerità ha ammesso di possedere tale tendenza che oggi, del resto, non viene certo biasimata né contrastata. Lei sa che molti si atteggiano a omosessuali quasi per posa, forse per non risultare conformisti. Da omosessuale autentico cosa ne pensa di tali pose opportunistiche e strumentalizzanti ?
Io credo che nonostante tutto in provincia prevalgono ancora molti pregiudizi. A causa di ciò molti sono costretti a emigrare in città. L'omosessualità è ancora considerata un vizio, una malattia. Chi viene riconosciuto tale non può fare il professore né intraprendere la carriera statale. Conosco Maria Silvia Spolato, uno dei dirigenti del FUORI, professoressa di matematica che è stata estromessa dall'ambiente scolastico. Vi sono invece alcuni abietti individui eterosessuali che speculano sull'omosessualità a livello di certe pubblicazioni pornografiche. Soprattutto l'omosessualità non è solo un fatto erotico, ma anche platonico, sentimentale. Giustamente Alberto Moravia ha rifiutato un'intervista CON NOI perché ha capito che la rivista conferma la repressione e da ai poveri omosessuali di provincia foto di maschioni per masturbarvici sopra. Io credo che il problema sessuale si risolva con una educazione sessuale che elimini i tabù e faccia della vita sessuale di ognuno una scelta il più possibile felice vicina alle proprie tendenze. Tutte le forme di sessualità vanno bene quando si rispetta il prossimo e quando venga evitata la prostituzione (cosa orribile). Condanno violentemente un tipo di omosessualità che è una specie di scimmiottamento nei confronti della donna. E' il caso delle checche. Per quello che mi di? ce in tutti i campi vi sono degli arrampicatori. Questo problema è un fatto sociale. I ricchi che corrompono i poveri. Il cinema è una fabbrica di illusioni. Se la cultura fosse un fatto vitale ciò si eviterebbe.
Si considera impegnato politicamente?
Mi occupo vivamente di politica. Ho simpatie utopistiche per un certo tipo di comunismo. Ma credo che in Unione Sovietica quel tipo di comunismo sia fascismo orribile con una classe di burocrati al potere: polizia e spie da tutte le parti come in Spagna o in Grecia. E infatti in Unione Sovietica molti scrittori non possono pubblicare. Il dissenso è clandestino. Gli omosessuali vengono perseguitati.
Come scrittore lavora quando si sente ispirato o metodicamente come un operaio qualsiasi?
Io lavoro ogni giorno. Per vivere non faccio solo lo scrittore. Scrivo articoli per i giornali. In Italia uno scrittore solo con il suo lavoro non può vivere, a meno che non lavori in televisione, al cinema, o sia ricco.
Quando ha iniziato a sentire la vocazione dello scrittore?
Mi è sempre piaciuto scrivere fin da diciassette anni.
Si definisce più un poeta che uno scrittore o viceversa?
Mi considero scrittore. Uno scrittore che sa scrivere in prosa e in versi. La parola poeta mi infastidisce un po' non in sé, in quanto è una bellissima parola, ma per l'uso sentimentale e ridicolo che se ne fa in Italia. Infatti l'Italia si definisce paese di poeti, santi, navigatori eoe. E poeta in Italia è anche un paroliere qualsiasi.
Cosa sta scrìvendo attualmente
In questo momento e nei prossimi anni ho intenzione di scrivere « Storia di Mino » che è una specie di educazione sentimentale. Voglio fare traduzioni di poeti anche classici
Ci vuoi descrivere brevemente la sua vita di scrittore?
La mia vita è molto normale Non amo il movimento. Sono un po' misantropo. Mi piacciono le persone sincere che non nascondono niente della loro natura. Ho molti amici poveri che vorrei aiutare, ma non so come.