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Vincitore:
Gianluca Di Stefano
con "I mali del
fiore" (Fermenti
Editrice)
Motivazione:
Nel panorama variopinto delle
recenti produzioni poetiche nell'ambito nazionale, Gianluca Di Stefano
si distingue come poeta in modo inaspettato e convinto.
Il suo è un genere multiforme ma compatto.
Da meridionale di origini, ma di inglobamento lombardo, di professione
ingegnere, esprime una poeticità sentita da osservatore attento e
ruminante.
Per lui la vita, la realtà sono agglomerati di azioni e di massime, di
avvenimenti e di riflessioni mai locali, ma di influssi universali.
Per lui la vita non è disgiunta dalla cultura e tale convinzione
scaturisce da una riflessione attenta che penetra fin nei meandri di un
vivere non vegetativo, ma meditativo.
Non ama stridori e proclamazioni di verità certe o conclamate.
Le sue constatazioni sono sussurrate, pur ampliandosi in un dettame che
non ha nulla di nazionale o locale.
Con I mali del fiore c'è come una ripresa di constatazioni
dichiarate, superate da un'ironia e da un distacco che sanno di saggio
disimpegno, pur rigettando ogni proclamazione di assiomi troppo sentiti
o riconosciuti.
E i versi, provenendo da un mondo asettico, ma sconvolgente, non
manifestano alcun credo o ideologia.
Non si dichiara orbo, muto o sordo. Vede tutto, pur non scoprendo nulla
di buono o di scontato.
Parla di tutto, senza penetrare gli oggetti, il mondo decomposto che
sembra trasformarsi senza evolversi.
Ascolta le voci della natura, anche se tutto sembra statico o
silenzioso. Eppure rimane coinvolto nelle citazioni di Dostoevskij,
Stendhal, Buzzati, Pirandello, Bulgakov. E tali richiami sembrano
penetrare nelle realtà più contraddittorie.
Nella sfera amorosa è un amante che riflette senza coinvolgimenti che
non siano cerebrali.
"Scusa se non ti amo..."; "E adesso potrei scrivere di te, pur non
sapendo chi sei"; "L'amore è un pozzo che prima o poi si asciuga"; "I
miei occhi hanno fatto l'amore con i suoi"; "dichiarare l'amore per poi
pentirsene";
E da questi ricordi/sentenze c'è come un diario esistenziale che non
tralascia bugie, ricordi, il quotidiano, l'immaginario, il sonno
perduto, le strade del mondo. E tutto sembra arrivare alla definizione:
"Cadono stelle ma nessuno esprime più desideri".
Di Stefano con questa opera prima si esprime con uno stile levigato ma
non astruso, tralasciando palpiti, pur inseguendo una ricerca di
significati che non si propone di svelare.
Ce li propone con una impersonalità imbevuta di una magica esigenza di
svelare apparati imbalsamati, quasi inventati, tanto sono tratteggiati
nei suoi substrati più enigmatici e dinamici.
Di Stefano è un autore che assomiglia a se stesso.
In chiave poetica evita accostamenti o manipolazioni.
Ricerca fonti stupefacenti, mai trasognate.
GIURIA TECNICA POESIA E NARRATIVA
Vincenzo Cappelletti (Presidente)
Igino Creati, Michele Dell'Aquila,
Paolo Fornarola (Sindaco di Penne e assessore alla cultura della
Provincia di Pescara), Luigi Iachini Bellisarii, Gabriella Lasca,
Luciano Luisi, Lucio Marcotullio, Walter Mauro, Vito Moretti, Raffaele
Nigro, Aldo Onorati, Roberto Pazzi
Nella sezione Opera Prima Fondazione
Marino Piazzolla risulta anche il Presidente Velio Carratoni
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