Mare "oltre" mare di Lillo Messina

Testo di Aldo Gerbino

Giudizio critico di Domenico Guzzi

1989 - In viaggio con Ulisse

Quadro di Lillo Messina

Costa degli angeli
opera di Lillo Messina, olio su tela

(...) Verrebbe, pur tuttavia non saremmo nel giusto, da valutare l'immagine del pittore secondo le cadenze di certa iperrealtà. E qui il pensiero si volge non tanto agli americani, ma piuttosto a quei tedeschi del 'Gruppo Zebra' che, pur mantenendo stretto il rapporto obbiettivo, non ne ha fatto elemento esclusivamente ossessionante. Per ragioni di cultura, di area, in una parola, di sensibilità europea.
Messina, allora, appartiene a quel'area di artisti che saremmo tentati di dire, semplicemente, della verità. sempre comunque passata al filtro dell'analisi intelettuale. Ciò attesta una sua indubbia propensione al concreto su cui, per altro, non può, egli, fare a meno di innestare le valenze di un fantastico che metaforizza gli stessi assunti figurativi. Sarà per queste ragioni, allora, che la pittura vien pure ad assumere carattere fondamentalmente simbolico. Il che, dice, d'una sorta di dicotomia tra valore dell'apparenza e significato della sostanza.
Ne fanno fede, a volte, i titoli stessi che egli da ai suoi quadri. Pur com­prendendosi, per tali motivi, le scelte d'una mitologia che, partendo di lontano, giungono non di meno a far mitologico il presente.

Quadro di Lillo Messina

Il profumo verde dell'isola
opera di Lillo Messina, olio su tela

Come, insomma, ad esaltarne il senso ma anche a vederne il dramma.
[...] Ecco la mitogia del quotidiano. Un quotidiano che, su linee sembianti, è certamente civile ma, in sé, conserva un che di selvaggio che lo rende inappagante. E come può essere diversamente un quotidiano che annulla e violenta la natura che azzera, infine, ogni tensione alla vita? Una mitologia, spingendo agli estremi l'analisi, Che dell'odierno circostante da visione come fosse di un assoluto remoto. In quest'ottica le opere di Messina potran dare l'impressione d'esser testimonianza di un curioso recupero archeologico, la distanza del cui tempo sottrae ve­rità persino ad un uccello che vola in quella limpida aria - o si posa sui reperti - cantando, in simbiosi con la mec­canicità del contesto.il suo suono metallico.
[...] Messina, allora, da valore allo spettacolo inquietante di un mondo nel quale non sembrerebbe totalmente ri­conoscersi, di questo, però riconoscendo solo alcuni segni da cui partire per tutta una serie di riflessioni che in­vestono non solo e non >tanto i problemi della pittura ma quelli stessi dell'esistenza. Di questa esistenza egli ne fa un punto di ancoraggio fermo per le proprie immagini arricchendo sempre il tutto di una efficacia personale.

Domenico Guzzi