Sunay Akın: grammatica e soprusi

di Laura Rotta e Giampiero Bellingeri

nota introduttiva ad "Antiquori" di Sunay Akın

Nella foto, Sunay Akın alla Fiera del Libro di Izmir

Nella foto, Sunay Akın
alla Fiera del Libro di Izmir

Con la punteggiatura fissiamo la struttura logico-sintattica del discorso, le diverse sfumature ritmico-espressive del parlato, facilitiamo la lettura e la comprensione del testo scritto. E davvero, la punteggiatura ha precise funzioni tecniche che la rendono indispensabile, infatti, permette di capire la scansione del discorso e di stabilire, con sicurezza, il senso di una frase.
D'altro respiro la lingua turca, d'altra struttura la costruzione delle frasi, e la punteggiatura appare rada sul foglio.
Per nostro gusto, calcoliamo i segni di interpunzione presenti nell'intera opera poetica di Sunay Akın: undici volte i puntini di sospensione, cinque i punti esclamativi, e altrettanti esclamativi seguiti da due punti di sospensione, un punto di domanda, un punto di domanda seguito da due punti di sospensione, un trattino, un due punti, una virgola, un punto e virgola. É tutto, ed è la somma di ben quattro libri!
Eppure, pare che ben conosca Sunay l'importanza della punteggiatura:

La virgola / è mazza di tamburo / che mai tace; / invita le parole / alle sue nozze sulla carta. // Il punto / piomba dall'alto / e da villano / pone fine / al testo scritto libero. // Si uniscono / e subito s'impone / quell' impietoso punto, / e, misera, la virgola, / collo ritorto, / oppressa, resta sotto.

Il poeta gioca in tal modo la sua punteggiatura: trasforma in metafora di libertà e sopruso la pausa di media durata, meno netta del punto fermo e più lunga della virgola. E, come in un periodo grammaticale, quasi fossero due proposizioni che pur potendo restare ciascuna a sé, separate da un punto fermo, libertà e sopruso, essenziali per la reciproca comprensione, restano unite da punto e virgola.
E nelle rime di Sordomuto e Prostituta è ancora grammatica: la parola, il suono sono soppressi.

Sordomuto / che carezza / la pelle dell'amata / e con le mani palpa / e parla.
Col timore di farti male / mentre ti lavava / così delicata / faceva scorrere le mani / sulla pelle tua madre.

Sollevata la parola dalla sua funzione, parla il tocco della mano, senza possibilità di fraintendimento. Franco, dal cuore, diretto, vero, e più che mai inalterabile, a sostituire non solo il verbo ma anche il linguaggio gestuale del muto, mistificante, ingannevole, manipolabile, al pari della parola.
È pensiero fino, condensato in tanta semplicità di rime, che sbigottiscono, scendono dritte, giù, al fondo del cuore. Talvolta è pugno nello stomaco, sferrato da perle infilate in stile Haiku, che ci colpisce sfogliando le pagine di "AntiQuori" (edito da Fermenti). E ci regalano dolcezza, la mitezza, lo spirito ironico e bonario, e la coscienza sociale del poeta.

Il poeta che non partecipa / alla difesa della vita / è come la firma / che ritiene se stessa / una macchia d'inchiostro. // …

Laura Rotta e Giampiero Bellingeri