La storicità degli eventi è quasi sempre valutata in base ai risultati fenomenologici, psicologicamente alquanto evoluti.
È raro che gli elementi e i dati di un periodo più o meno lungo, vissuto da un popolo o da più popoli siano affrontati con lucidità di giudizio e razionalità d'intenti. Ci si trincera dietro camuffate verità e ci si butta a capofitto - secondo la propria ideologia o visione del mondo - sulla struttura parziale, vorrei azzardare, divinatoria e si rifiuta la struttura d'insieme. Peggio, nel sottofondo, troviamo un sadismo dogmatico che fa apparire definitivo e assoluto ciò che scorre davanti allo sguardo come un magma incandescente percorribile solo con una grande ripulitura mentale, di scorie, pregiudizi, cecità. Occorre molta forza e lealtà verso se stessi per giocare il dado maggiormente proponibile.
È quello che sta accadendo oggi nella scacchiera mondiale: imperialismo finanziario-tecnologico, guerre preventive, rapine petrolio, ribellione, terrorismo, massacri, bombardamenti.
I Quaderni di dialettica hanno l'intenzione di seguire, con acutezza e disinteresse, il magma che sta cambiando la nostra civiltà millenaria. Dall'Europa unita all'Oriente: il progetto che ci conquista.
Seguiremo con saggi, testimonianze, articoli, testi letterari e di teatro; non una rivoluzione ma una metamorfosi della Storia, umana, prima che avvenga la metamorfosi della storia cosmica.
Il nostro occhio dialettico va al presente, ma anche al passato (con le testimonianze e i documenti) e al futuro. Direi di più, con uno sguardo all'utopia, di un Cristo inespresso finora, rinnovato per il nostro spirito universale.
In tale contesto desidero, in particolare modo, sottolineare il contributo teatrale di Stefania Porrino (la violenza che ci sovrasta) e quello di Luciana Bramante, voce serena del dramma storico, e - ancor più incisiva - l'ampia testimonianza di Vittorio Sacerdoti su l'occupazione tedesca e la persecuzione degli ebrei a Roma. Documentazione diretta e viva del più sanguinoso evento del XX secolo.
Tra i documenti inseriamo la recente lettera di Lino Angiuli: testimonianza e voce dell'incisività culturale negli ultimi decenni.
Troppi intellettuali oggi volano basso e gli scrittori che volano alto non sono esaltati e seguiti come dovrebbero essere.
Ci sembra che la lettera di Angiuli, poeta di prestigio e di grande consistenza umana, sia un lucido specchio della nostra dialettica.
Silvana Folliero