«Per un periodo, pensò pure alla fragilità della bellezza, come della vita». Voglio partire da questa frase emblematica, per analizzare un po' il segreto sogno che è la conoscenza della bellezza.
Provo a seguire il percorso tracciato da Serenella Scipioni.
Trattasi d'un testo di stampo intimista, con un fraseggio interiore che contagia il lettore suscitando sentimenti di partecipazione e di condivisione, e già questo non è cosa da poco, in tempi di libri che sono la scoperta dell'acqua calda, insomma i libri vuoti e spesso pure mal scritti.
«Il tumulto della bellezza» evidenzia passioni proprie di una umanità chiusa nel suo terribile isolamento; muti testimoni sono la città violenta e al tempo stesso poetica.
Il mondo femminile con i suo abbandoni e con le sue esaltazioni, con i suoi sogni e le sue terragnità è indagato.
I bei sentimenti, le altezze poetiche le riflessioni filosofi-che sono il pane quotidiano di Serenella Scipioni.
Chi legge, in modo non superficiale, «Il tumulto della bellezza» trova veri tesori di conoscenza e di saggezza, spesso non immediatamente visibili, ma riposti e velati dietro l'ordito narrativo.
Questo testo può essere considerato un romanzo d'amore sui generis, pregnante com'è di contenuti filosofici e metafisici, religiosi e culturali, artistico ed estetici. L'amore di cui parla Serenella Scipioni è l'amore come unica realtà è l'amore come conoscenza; l'amore di cui parla "Dante: «Amor che muove il sole e l'altre stelle».
Messaggera di questo amore non può che essere una donna. Questa donna si chiama Greta, che scopre la grandezza e la bassezza, la potenza sublimante ma anche destrutturante della bellezza.
Lei e solo lei, non gli altri, gli uomini che la incontrano e che tentano di sfiorarla, magari solo con gli occhi, è la protagonista, lei e solo lei è l'iniziatrice dei misteri della vita e della morte.
Sogno, realtà, avventura, prove, baluginanti apparizioni e fulminee scomparse conducono Greta e il lettore attento ad una conoscenza superiore.
È evidente la ricca simbologia che contraddistingue il personaggio pieno di sfumature psicologiche e filosofiche di questa ragazza che sta diventando donna. Mistero, magia, paura, rabbia, avventura, sogno, promessa di luce e di grandezza, tutto è liricamente scandagliato.
«Un diverso senso della bellezza, quella mattina si elevava ad altre finalità, ad uno spessore umano più articolato.
Felice intarsiava il mondo di impeti verso l'intensità.
Rimettendo in gioco la sicurezza conquistata, attuava concretamente la solidarietà, non ricambiando le attenzioni ricevute, e quel che è più importante a livello mentale».
La narrazione avanza e arretra con i sentimenti della protagonista, grande è la maestria dunque di: «Il tumulto della bellezza».
La narrazione, ripeto, è dolcemente poetica, ma moderna e suggestiva persino nei passi a più alto contenuto filosofico.
Il romanzo di Serenella Scipioni, che si può leggere come un percorso di salvazione e maturazione, è espressione di un disagio esistenziale e psicologico dell'uomo moderno in cerca di valori e di credo autentici, ancor meglio se alternativi.
La forma letteraria ripropone il continuo smarginare del sogno alla realtà, in un gioco a sorpresa di coinvolgimenti alternanze oniriche e vicende vissute, che sconcertano ma interessano, al tempo stesso, il lettore.
Ma forse, la nota caratterizzante di: «Il tumulto della bellezza» è soprattutto nella istanza trascendente, l'unica, probabilmente, da cui l'essere umano può ottenere una qualche risposta ai suoi interrogativi di sempre.
Dario Bellezza