Foto - Carola Carulli all'uscita del suo romanzo "Bambola di carta" (1998)
Dal volume:
"La nausea mi saliva al corpo, prendeva tutto di me, forse sarebbe stato meglio bere un po' di whisky per non pensare, come avrebbero fatto tanti, ma io, non so perché, volli vedere o vivere lucida tutto, la mia forza mi aiutò anche lì, volli vivere il dolore, guardarlo, farmi frustare, farmi morire, ma mai gli avrei permesso di approfittarsi di me, ho sofferto di più, lo so, ma l'ho fatto consapevolmente, a questo mi è servito, ad assaggiare la “vita”, a sentirne il sapore più disgustoso, ad assaporare il piatto più cattivo, a guardarlo il male, in faccia, per poi di nuovo, reincontrarlo, con l'arma del disgusto che mi ha reso più forte."
"A volte dicono che il male insegna a crescere: io posso dire che insegna a cambiare, a conoscere la vita.
Oggi ho ventitré anni, e sono una ragazza diversa. Gli scudi, le protezioni che porto nei confronti degli altri, a volte diventano prigioni, ma sono necessarie.
Mille baci hanno sfiorato le mie labbra, mille volti hanno incrociato i miei sguardi, mille parole l mie orecchie hanno ascoltato. E come una bambola di carta, non ho mai creduto a niente, non ho investito più i miei sentimenti in nessuno, solo in me stessa"
Carola Carulli |